Ode al Luppolo

Salviamo il Luppolo della Bavierola

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In un passato viaggio in Baviera, tra le tante cose che ho osservato una in particolare mi ha colpito: filari e filari, vuoti, di luppolo.
E’ facilissimo osservare queste desolazioni, si prende una qualsiasi strada campagnola tra le colline (stradine peraltro tenute benissimo) e dopo poco ci si imbatte in questi tristissimi e vuoti allevamenti del nobile essere.
Il Luppolo, già nell’era paleolitica era noto per la compagnia che teneva a protoumani ed umani. Le tribù, durante le sessioni di caccia per sfamarsi, quando trovavano branchi di Luppolo selvaggio esultavano, felici, per l’inaspettata fortuna. O meglio … esultavano se trovavano anche qualcosa da mangiare, in quanto il Luppolo, si sa, da solo non sfama, è stoppaccioso ed amaro e non ha caloria alcuna. E questo si sapeva prima ancora di avere la nozione di cosa diavolo volesse dire “caloria”!
Fatto sta che le tribù di allora non avevano molto da fare per passare il tempo se non scappare dai predatori e mangiare (ed altre cose, sconce, che non ripeterò). Quindi il ritrovamento di Luppoli allo stato brado era foriera di pingui bevute di lì a poco tempo ed annunciatrice di tutto il divertimento che ne sarebbe derivato. Fu in quel periodo, durante le messe nere (il mondo non era ancora a colori) a base di luppolo, che si gettarono le basi per il canto a cappella e le gare di chi la fa più lontano.

L’equilibrio instauratosi, con poche tribù detentrici dei segreti del Luppolo e dei numerosi branchi dello stesso venne però a rompersi con l’invenzione del commercio. Presumibilmente ciò avvenne per via di una tribù gelosa dei baccanali (quelle feste effettivamente facevano baccano ed anche scalpore per tutta la vallata) che le altre tenevano. Quindi le scelte erano due: o mi dai, anche a forza, i segreti del luppolo, o me lo vendi. Non è dato sapere che cosa usarono in pagamento. Ad ogni modo le tribù detentrici del ”sapere” non ci misero molto a capire che vendere loro stessi i risultati del loro sapere (la Birra!) poteva renderli più ricchi di quanto già erano.
Tali poche tribù si dedicarono quindi massicciamente alla ricerca di luppoli allo stato brado e, in breve tempo, li sterminarono quasi tutti. Il terrore di perdere i privilegi acquisiti per la carenza di luppoli indusse un antico nostro progenitore a pensare “hey, e se inventassi l’agricoltura?”, inventando quindi l’agricoltura e rivoluzionando il nostro mondo futuro. Transeat.

L’equilibrio era rotto. Da quel momento l’eccidio di luppoli divenne scientifico ed accuratissimo. Ettari di luppoli venivano allevati, lasciandoli nella beata incoscienza e felicità di ricevere cure e non far nulla nella vita, poi, di soppiatto…ZAC! essi venivano strappati alla vita, alle famiglie, al tralcio, per divenire ingrediente di liquidi gorgoglianti.
Il Luppolo selvatico, notoriamente più furbo, cominciò a nascondersi nei più remoti recessi di questa terra, ma l’umano assassino, non contento del suo più docile e stupidotto fratello d’allevamento sempre lì cacciava, alla ricerca del gusto speciale.

Intere religioni, fondate sulla pellaccia del povero Luppolo, nacquero. I sacerdoti di tale religione vennero chiamati “maestri” e, dopo l’invenzione dela sQuola di obligo o no, “Maestri Birrai” per distinguerli dai loro meno apprezzati colleghi, detti “meastri di sQuola”.

La nascita di nuove religioni, a volte basate anch’esse sullo sterminio come quella delle sigarette nei confronti del povero tabacco, nacquero, ma la religione basata sul Luppolo fu una delle poche a non conoscere mai decadenza, anzi! Man mano che la popolazione cresceva, crescevano i proseliti.
Vennero addirittura dedicate, in alcune zone, feste sfrenate ove la pudicizia era bandita, della durata di intere settimane ed oltre. Una di queste, forse la più famosa, è l’Oktober Fest, che si svolge in Bavaria. Nei due mesi precedenti tale festa il luppolo della Bavierola vive momenti di angoscia paragonabili solo a quella dei tacchini statunitensi in novembre. Cresce per mesi sempre più rigoglioso e fitto e poi, d’un tratto, viene quasi completamente sterminato. Lasciando al sensibile viaggiatore solo la vista di quei tristissimi filari vuoti che tanto mi hanno colpito.
Io ora dico BASTA! Troviamo un alternativa. Non posso più pensare che le mie litrate avvengano a scapito di poveri esserini indifesi.
Mi domando e chiedo come sia possibile non poter trovare un alternativa meno cruenta? Con tutti gli scienziati ed i tecnici che ci sono!

E’ forse una boicottaggio dei Mastri Birrai? Un patto vile e segreto tra la Paulaner e chissà quanti altri?

Prendiamo 100 mastri birrai al comando di un gruppo di ricerca composto da 500 grandi scienziati, 1000 tecnici e 50 segretarie (per il caffè e per tutte le cose che fanno le segretarie). Chiudiamoli in un area protetta e facciamogli trovare la soluzione!

E se non la trovano…bhe… già , se non la trovano… pazienza… tanto di filari di Luppolo, e non solo in Bavierola, ce ne è a iosa.

Prosit!

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